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Progetti e forme di convivenza in area mediterranea

Tipologia
Università ed Enti Pubblici di Ricerca
Programma di ricerca
Ricerca Locale
Ente finanziatore
Università degli Studi di Torino
Budget
4.751,35 €
Periodo
06/04/2016 - 05/04/2018
Responsabile
Barbara Sorgoni

Partecipanti al progetto

Descrizione del progetto

In questi ultimi anni l’attenzione degli antropologi si è concentrata sul tema della convivenza tanto per la sua rilevanza teorica quanto per la sua portata pratica nel quadro socio-politico attuale. L’obiettivo del progetto è di indagare diverse forme di convivenza in area mediterranea tra passato e presente sia sul piano delle rappresentazioni che su quello della realtà delle pratiche sociali.

Per quanto riguarda le rappresentazioni del Mediterraneo, ci proponiamo di mettere a confronto e analizzare la letteratura prodotta, a partire dalla prima metà dell’800 e fino ad oggi, da differenti prospettive disciplinari su un mondo mediterraneo inteso come spazio privilegiato – e modello – di convivenza. Rispetto invece al piano delle pratiche sociali concrete, intendiamo prendere in esame la letteratura storica e antropologica che ha discusso la questione del cosmopolitismo (soprattutto in relazione alle città portuali mediterranee, e in particolare quelle tardo-ottomane) e allo stesso tempo esplorare, attraverso l’indagine etnografica, le possibilità di convivenza in contesti fortemente segnati dalle nuove migrazioni e dalle relative politiche europee di controllo e chiusura. In modo specifico intendiamo studiare quali immaginari e spazi di convivenza permangano o vengano sperimentati in questi contesti, a fronte delle recenti politiche europee che trasformano il Mediterraneo in una barriera invalicabile.

Aree e temi di indagine

Negli ultimi duecento anni, in momenti e contesti storici differenti, numerosi intellettuali e studiosi di diversa formazione hanno ripetutamente messo mano a progetti di “unità e specificità mediterranea”, fondati sulle caratteristiche di questo mare e delle società che vi si affacciano, per immaginare possibili scenari di convivenza e condivisione o per documentarne la realizzazione in alcune specifiche realtà: dal sistema mediterraneo delineato dai Sansimoniani nella prima metà dell’Ottocento, all’“alternativa mediterranea” proposta un decennio fa da alcuni scienziati sociali, fino alla letteratura storica che in anni recenti ha discusso sul cosmopolitismo delle città portuali nel Mediterraneo. In relazione a tali temi e prospettive si intende verificare l’esistenza o meno di continuità, connessioni e convergenze in questa storia di “sogni mediterranei”, ed esplorare quali relazioni abbiano con le prospettive elaborate dalla più recente antropologia del Mediterraneo. In particolare, sembra proficuo mettere a confronto e in relazione tra loro le idee, da più parti condivise, del Mediterraneo come microcosmo in cui indagare processi di interazione e di trasformazione sociale e culturale che oggi hanno una portata globale ma che in questo contesto più circoscritto hanno una storia lunga e documentata (Sacchi, Viazzo).

In linea con tali suggestioni, la ricerca etnografica che si intende condurre nel quadro di questo progetto si concentrerà sulla connessione globale-locale partendo dalla recente trasformazione, operata dalle politiche europee, del Mediterraneo da spazio di scambio a frontiera invalicabile sulla quale sono dispiegati oggi sofisticati dispositivi tecnologici di contenimento o blocco di migrazioni e contatti, e di identificazione, segregazione e eventuale espulsione di migranti. In un’area rappresentata sempre più come un mare chiuso, una linea di frontiera sulla quale si produce “il business della xenofobia”, l’indagine etnografica mira ad approfondire la situazione attuale in alcuni contesti insulari del Mediterraneo (Malta, Sicilia, Sardegna) per indagare le crisi generate da flussi migratori sempre più massicci e le trasformazioni che questi hanno indotto nel tessuto sociale locale, con l’intento di documentare possibili – forse inedite, informali e precarie –  nuove forme di convivenza (Sorgoni, Zambernardi).

Innovazione rispetto allo stato dell'arte

Per apportare un contributo distintivo al tema della convivenza nel Mediterraneo, l’originalità del nostro progetto consiste nell’implicare l’antropologia, sia sul piano della riflessione teorica che su quello dell’indagine etnografica, all’interno di un dibattito che, fino ad ora, ha visto protagoniste soprattutto altre discipline, in particolare la storia. Un ulteriore contributo innovativo del progetto consiste nel provare a far luce sull’ampio spettro semantico che il concetto di confine-frontiera (in quanto poroso e invalicabile, spazio di convivenza e di esclusione) racchiude nelle sue diverse dimensioni: politiche, sociali e simboliche. Infine, il progetto porta uno sguardo antropologico alla recente proposta, avanzata ad esempio nel numero speciale del 2014 del Journal of Immigrant & Refugee Studies, di guardare alle isole del Mediterraneo come a snodi in cui, assieme a narrative di “isolamento”, si articolano su differenti scale le politiche di mobilità.

Ultimo aggiornamento: 08/05/1975 01:52
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