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Il sacro alla prova delle istituzioni e le istituzioni alla prova del sacro

Tipologia
Università ed Enti Pubblici di Ricerca
Programma di ricerca
Ricerca Locale
Ente finanziatore
Università degli Studi di Torino
Budget
24.579 €
Periodo
06/04/2016 - 05/04/2018
Responsabile
Roberto Francesco Scalon

Partecipanti al progetto

Descrizione del progetto

La ricerca intende investigare il ruolo che le istituzioni possono giocare rispetto alle vecchie e nuove dinamiche sociali inerenti il contributo della religione alla regolazione della comune convivenza civile e politica; ciò con riferimento sia al rapporto tra il campo secolare e quello religioso sia, internamente a ciascuno di questi campi, al confronto tra le diverse istanze secolari  e le diverse istanze religiose. Il fulcro dell’indagine verte quindi sulla capacità delle istituzioni – secolari e religiose – di gestire le criticità eventualmente innescantesi between e within questi due campi, in forza dei processi di modernizzazione e globalizzazione. Le istituzioni hanno infatti la possibilità di intervenire efficacemente sia nella direzione che porta a mediare i conflitti e a circoscriverli, sia in quella capace invece di intensificarli e allargarli. Ci chiediamo se sia dunque possibile identificare degli itinerari educativi, discorsivi o di policy – in grado di canalizzare questa potenziale conflittualità in pratiche comunque funzionali anche alla formazione di un quid di identità collettiva e di coscienza pubblica.

In sintesi i principali filoni di ricerca verteranno su:

  • Il ruolo che, ad esempio in Italia, la religione di maggioranza e la “religione civile” delle norme costituzionali riconoscono ad alcune istituzioni sociali fondamentali (es.: la famiglia), a fronte sia del dibattito inerente i margini di flessibilità e ridefinizione di tali istituzioni (con riferimento a diversi modelli proposti da nuove forze sociali, come alcune minoranze religiose o il movimento Lgbt), sia anche delle ricadute che tale dibattito eventualmente genera tanto sul piano dei rapporti ecumenici e interreligiosi quanto all’interno delle principali tradizioni del pensiero
  • I luoghi religiosi come luoghi di formazione di cittadinanza/e e di sviluppo di dinamiche di integrazione/conflitto, sia all’interno della società (italiana) da parte di enti della società civile (ad esempio associazioni, centri culturali) e istituzioni (ad esempio nelle scuole, negli ospedali, nelle carceri…), sia all’interno di società non europee. A tale riguardo sarà approfondito uno studio di caso con l’intento di investigare l’impatto di alcune esperienze e organizzazioni religiose dell’America Latina sulla democratizzazione progressiva e sul consolidamento democratico dei paesi dell’area nonché, viceversa, la portata dei processi di democratizzazione sulla diffusione e sull’azione delle organizzazioni religiose, sia tradizionali che più recenti. Analogamente si intende analizzare, in due Paesi latinoamericani , il sorgere, l’affermazione e la crisi del discorso e delle pratiche politiche di quel particolare neo-populismo che discende dal comunitarismo corporativo, configurandosi come uno dei principali ostacoli per la piena affermazione della modernizzazione
  • Il rapporto – così come si configura in un sistema internazionale post-bipolare – tra religione e politica anche in chiave geopolitica, con specifico riferimento ai conflitti a sfondo religioso e al terrorismo di matrice
  • Gli studi di caso dell’Ecuador e dell’Uganda (in concomitanza con quello delle rispettive comunità a Torino), dove crescono parallelamente due fenomeni: il revival dei culti pre-coloniali e del sistema festivo, spesso utilizzati nell’arena politica per acquisire consenso; l’ascesa dei movimenti cristiani di ispirazione pentecostale, capaci di dare vita, specie nelle aree urbane, a istituzioni in grado di fornire vari tipi di servizi sociali, dalla lotta all’aids all’integrazione dei rifugiati.
  • Lo studio di caso della Turchia, dove la politicizzazione del concetto islamico di irsad, traducendosi in uno stile di governo, diventa lo strumento attraverso cui il campo religioso penetra e trasforma le istituzioni politiche.
  • Lo studio di caso su alcuni remoti territori insulari dell’Africa e dell’Oceania circa le relazioni tra istituzioni coloniali, religioni e popoli indigeni, sia rispetto al fenomeno dei culti e delle religioni “meticce” (guardando di riflesso al sincretismo e al supermarket religioso delle società occidentali), sia rispetto alla trasformazione dei culti e delle credenze in seguito alla trasformazione istituzionale delle ex colonie d’Europa, sia, infine, rispetto alla eventualità che i modelli di convivenza interreligiosa sorti in quei contesti (es. tra comunità hindu, cristiane e musulmane) possano offrire spunti utili anche ai processi di integrazione in Europa.

A livello microsociologico:

  • Il peso che la dimensione istituzionale dei nuovi movimenti religiosi esercita sul processo decisionale che conduce gli adepti a intraprendere intenzionalmente un percorso di deconversione e fuoriuscita da questi
  • La socializzazione giuridica e normativa di bambini e adolescenti e i fenomeni di internormatività che si manifestano nei rapporti tra categorie, ordini e sistemi normativi differenti.

Innovazione rispetto allo stato dell'arte

Il salto innovativo che si persegue con il presente progetto è primariamente di carattere metodologico e consiste nella elaborazione di diverse interdisciplinarietà tra loro complementari.
L’intento, cioè, è di far sì che dall’interazione e dal confronto tra gli studiosi coinvolti scaturisca
la possibilità, per ciascuno di essi, di potenziare il proprio specifico approccio alla luce delle conoscenze derivanti dalle altre discipline assunte in quanto ausiliarie. Secondariamente, quindi, sul piano sostantivo, l’innovazione dello stato dell’arte è qui intesa come l’effetto emergente di questo tentativo all’interno di ciascun ambito disciplinare: antropologico, politologico, sociologico, storico.

Ultimo aggiornamento: 08/05/1975 01:52
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