Autonomia, genitorialità e disabilità.
Partecipanti al progetto
- Torrioni Paola Maria (Responsabile)
- Sciarrino Nicoletta (Coordinatore)
- Luca Nicolino (Collaboratore)
- Simone Romano (Collaboratore)
- Stafano Arnolfo (Ricercatore)
- Giulia Panepinto (Ricercatore)
- Ornella Giulia Zappulla (Ricercatore)
- Stefano Arnolfo (Ricercatore)
- Elisa Tasso (Ricercatore)
Descrizione del progetto
Prendendo le mosse da temi e problemi sollevati dalla legge 112/2006 sul Dopo di Noi, questa ricerca esamina i modi in cui madri e padri hanno affrontato, in un arco di tempo che copre circa quattro decenni, la disabilità delle proprie figlie e dei propri figli; i modi in cui prima l’ospedale, poi i servizi e la scuola interagiscono e si relazionano con i genitori e le persone con disabilità stesse; infine, come le associazioni agiscono per sopperire alle mancanze degli enti pubblici, proponendo modi peculiari e, talvolta, innovativi di pensare e di prendersi cura della persona con disabilità.
La ricerca, quindi, pone l’accento su un tema fondamentale, storicamente e politicamente caratterizzante la realtà sociale italiana, qual è quello della qualità della vita. L’inclusione sociale è uno degli elementi chiavi di questo discorso e questa si esplica nell’esercizio di un ruolo di valore nella comunità. Vuol dire, dunque, essere presenti in quella comunità, sentirsi parte di essa e partecipare e contribuire attivamente alla sua vita.
Lo studio si basa su una ricerca empirica di due anni svolta fra il 2020 e il 2022 con la collaborazione del Dipartimento di Culture, Politica e Società dell’Università degli studi di Torino e dell’Associazione Culturale “I Buffoni di Corte Onlus”. L’approccio adottato per la produzione del materiale empirico è di tipo mixed-methods. Si tratta di una disposizione alla ricerca che coniuga le potenzialità e i vantaggi delle tecniche qualitative e quantitative. In particolare, questo orientamento ha caratterizzato l’intera fase di selezione delle unità familiari alle quali proporre le interviste in profondità. Queste ultime rappresentano le fonti più prettamente qualitative della ricerca, che hanno coinvolto le famiglie che partecipano attivamente alle attività dell’Associazione Buffoni di Corte. La ricchezza del materiale e l’eterogeneità dei soggetti inclusi nella ricerca garantisce la possibilità di operare riflessioni, sia indipendenti sia interconnesse, su più fronti. Permette, inoltre, di restituire una visione complessa della realtà studiata, in cui la dimensione della narrazione acquisisce peculiare dignità. Come scrivono Runswick-Cole e Goodley (2013), infatti, le storie, non sono mai semplici espressioni delle vite individuali, ma aprono a uno sguardo più ampio su elementi sociali, culturali e strutturali che determinano la vita delle persone con disabilità (e dei loro famigliari).